Sapete tutti che in questo momento la concentrazione è sulle elezioni Regionali che mi vedono candidato.
Ma non passa giorno che non parli con voi, come è ovvio, del futuro di Prato.
Voteremo a Primavera 2026 questo è il mio pensiero:
Ritengo sterile e prematuro il dibattito sui nomi. Il centrodestra non ha tra le sue fila il Messia, e se lo avesse avuto, lo avremmo già individuato e seguito. Ma la politica locale non è una partita a Risiko tra leader predestinati: è un lavoro corale, un progetto condiviso.
Continuare a fare nomi oggi rischia di minare l’unità invece di rafforzarla. Ogni nome è, per natura, divisivo: genera simpatie e resistenze, allinea qualcuno e ne allontana altri. E in un momento così delicato per Prato, serve coesione, non frazionamento.
Oggi, invece, dovremmo lavorare a un’altra priorità: costruire una visione credibile di città. Il centrodestra ha l’occasione di presentarsi non come l’alternativa “contro”, ma come la proposta “per”.
Un progetto che metta al centro:
il rilancio economico e produttivo, che valorizzi la vocazione manifatturiera e innovativa della città;
il decoro e la vivibilità urbana, che oggi appaiono compromessi;
la sicurezza e l’integrazione, senza ipocrisie né estremismi;
la macchina amministrativa, che va semplificata e resa trasparente, recuperando credibilità;
e soprattutto una nuova generazione di leadership, capace di unire civico e politico, visione e competenza.
Diamo alla città una piattaforma di contenuti, di valori, di obiettivi chiari. Solo dopo – e non prima – potrà emergere il nome più adatto a guidare questo cammino, non per investitura personale, ma per coerenza col progetto.