“Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo”. Così diceva Lao Tzu nel V sec a.C. Di questo celebre aforismo colpisce un piccolo particolare. Per poter fare il primo, singolo, piccolo passo è necessario rompere una situazione statica che ci tiene fermi nella nostra posizione. Per disarticolare questa stasi, ancor prima del movimento meccanico di un arto, sarà importante convincerci di essere davvero in grado di poter fare un viaggio di mille miglia a piedi. Magari siamo pure senza allenamento, con poche provviste, male equipaggiati, ma l’idea, l’idea stessa di raggiungere una meta che sembra inarrivabile ci fornisce un’energia insperata che quasi trascende le dinamiche della chimica delle nostre sinapsi. Questa volontà supera la “ragione” che porta alla difesa e alla tutela dei fondamentali “classici” della nostra esistenza: vita (fisiologica e sociale), libertà (di pensiero e di movimento) e proprietà (che ci rende unici custodi degli oggetti acquistati con il nostro lavoro, per mezza dello stato sociale o acquisiti dalle nostre famiglie in varie modalità). Possiamo rompere questo equilibrio in molti modi; ce lo chiede il silenzio a cui spesso siamo costretti per tutelare quelle verità lockiane che appaiono così incardinate nella nostra quotidianità tanto da non permetterci di contraddire chi pensa di essere “egemone”, pur sapendo, nel profondo di noi stessi, che esiste qualcosa di ancor più reale, essenziale e vitale della sicura dolcezza del quieto vivere.
Abbiamo visto negli anni scorsi quanto sia forte e assoluta la potenza del Leviatano. Persevera ancora l’eco della cessione primordiale della nostra “selvaggia” individualità che ha fatto posto alla condivisione dei diritti e dei doveri in funzione di qualcosa di “superiore”: la comunità in cui viviamo. Il villaggio, la parrocchia, il comune, il regno e lo stato nazionale fino a stemperare quasi all’infinito le ragioni intime, profonde e alla fine semplici del nostro essere “animali sociali” in possesso di doni straordinari come l’immaginazione, la creatività, l’astrazione e la vaga sensazione di essere qualcosa che va oltre il tempo presente e gli istinti rettiliani che spingono a nutrirsi, riprodursi ed evitare di morire.
Fermi nella nostra posizione di kouroi oggi abbiamo la possibilità di alzare la mano e di rompere questa stasi. Possiamo farlo dicendo a pieni polmoni, ma con parole piane e sicure, che si può tornare alla ragione del nostro tempo senza doversi appendere a strutture “a priori” figlie di un’ennesima ipotesi di una società “giusta” solo perchè neutra, egualitaria perché indifferente, equa perché favorisce l’indistinta omogeneità nella distribuzione fittizia di beni della comunità in cui viviamo. Da oggi possiamo essere noi stessi i primi fautori di una catena di eventi di cui non sappiano ancora le conseguenze. Abbiamo la possibilità di fare un primo passo all’unisono verso altre persone e di muovere un’onda imperscrutabile che giorno dopo giorno sia in grado di spostare il relitto di quella nave che vediamo incagliata sul nostro orizzonte da tanti, forse troppi anni. Un paesaggio a cui ci siamo forse abituati, in cui siamo nati ed in cui forse inconsciamente abbiamo riposto anche le nostre sicurezze quotidiane. Se proviamo a guardare oltre quel relitto abbiamo però modo di riscoprire quello che abbiamo dentro: la possibilità di amare e preservare la terra e il paesaggio in cui siamo nati, la forza di difendere lo spazio in cui siamo vissuti e in cui vogliamo veder vivere le persone che stanno accanto a noi, familiari, vicini e anche sconosciuti che con noi condividono le corde essenziali che ci rendono non una somma di monadi egoiste ma un corpo sociale complesso e unito da una grammatica ancestrale che percorre i secoli fino ad arrivare davanti alla porta di casa, alla scuole dei nostri figli, al cancello della fabbrica in cui lavoriamo o alla porta del nostro ufficio di periferia.
Quanta energia allora in questo primo passo, quanta volontà e quanta bellezza abbiamo in noi nella possibilità che ci stiamo dando di sognare un percorso di miglia fatto da una catena di idee intrecciate in un’unica fibra che arriverà ben oltre quello che mai avremmo potuto anche solo immaginare.